
I calamari , i diavoli della notte !
Pescare i calamari può essere un’esperienza davvero fantastica.
Solo il fatto di dover insidiare il cefalopode più misterioso in assoluto, nei momenti più magici della giornata come alba e tramonto, è davvero emozionante
L’inverno è il periodo migliore per insidiare questo animale che si avvicina alla costa dalle profondità per nutrirsi e prepararsi alla riproduzione.
Le modalità per tentarne la cattura sono sostanzialmente due.
Una si pratica da terra con attrezzature specifiche; parliamo del famoso “EGING” ideato dai giapponesi.
L’altra molto tradizionale e che ci piace moltissimo è la traina dalla barca.
E in questo articolo parleremo sommariamente proprio di traina ai calamari .
Quando
Le ore propizie pe questa tecnica sono il tramonto e l’albeggio, sebbene anche durante la notte si possano registrare importanti momenti di attività del nostro cefalopode.
Infatti con le ombre notturne i calamari risalgono dalla profondità per venire nei bassi fondi o spostarsi negli strati più superficiali.
Anche le notti di luna piena possono risultare molto fruttuose come capita anche che lo siano le zone dove c’è il riverbero delle illuminazioni stradali, ad esempio lungo i manufatti portuali e le strutture frangiflutto.
Come
La protagonista dell’avventura sarà ovviamente la barca. Dovrà essere in regola per la navigazione notturna e capace di una velocità di traina che va dal nodo e mezzo ai due e mezzo.

Cosa serve
La nostra attrezzatura sarà minimale, infatti basteranno delle lenze a mano o anche due canne da spinning, di media lunghezza, con una vetta sensibile.
Le lenze a mano saranno dello 0,50, avvolte sul solito avvolgi lenza dove metteremo una sessantina di metri di nylon , mentre per le canne useremo un mulo 3000 o 4000 caricato con del muli fibra da 0,14.
Ovviamente serviranno degli artificiali specifici da traina.
Tutti i costruttori propongono prodotti ottimi, ma sicuramente i migliori, per la nostra esperienza sono quelli della yamashita .
Realizzeremo dei terminali come in figura e non ci resterà che provare.
In pesca
Le zone da battere saranno i fondali da 3 ai 20/25 metri, caratterizzati da posidonia, sabbia e scogli.
Zone ideali dove i calamari possono reperire piccoli pesci che rappresentano le loro prede preferite.
Le zavorre indicate negli schemi sono ovviamente suscettibili di modifica per affondare di più le esche.
Lo strike del calamaro è violento ed inconfondibile, caratterizzato da pompate potenti e continuative.
Inizieremo il recupero, dopo aver diminuito l’andatura della barca, in modo costante senza strattoni senza mai mettere in bando la lenza.
Quando arriverà sottobordo un colpo di guadino sarà il giusto epilogo … ma attenzione agli spuzzi e all’inchiostro che, in genere, colpiscono nel segno !
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